L’anno scorso ho passato un periodo difficile come non capitava da un pò. Avevo appena lasciato la mia vita londinese, che mi aveva resa triste e prosciugata. Tornare però non era abbastanza… guarire richiedeva il giusto tempo.
Una costellazione di ingredienti ed aiutanti preziosi mi ha guidata. Uno di loro è un consiglio della mia psicoterapeuta: facevo fatica a relazionarmi anche con le persone più care, sprofondavo nella scomodità e nell’estraniamento… e lei mi ha incoraggiata a chiedermi dove volessi essere.
Ero tra i campi vicino casa e meditando ho offerto al mio giardino interno la domanda. La risposta è stata chiarissima, due immagini: una cascata ed un cervo, con un bel palco di corna. Google mi ha aiutata a cucirle insieme, e ho scoperto che conducevano in Piemonte, dove il torrente Cervo scende in salti dal Lago della Vecchia, sopra il paese di Piedicavallo.
Ho preso il violoncello e siamo andati a conoscere questo luogo.
Sono arrivata in Valle Cervo per la prima volta in una mattina piovosa di Ottobre, tra nebbia e tanta, tanta acqua! Come prima cosa sono andata a visitare il Torrente: seguendone il flusso che spumeggiava tra i grandi massi e su, lungo i rivoli bianchi che scendevano dalle cime, ho sentito di essere nel posto giusto. Una sensazione che mancava da un po’.
Avevo risposto al richiamo! Io e la valle stavamo cominciando una conversazione che sarebbe continuata per mesi, e prosegue tutt’ora tra le prime calure estive.
Grazie alla gentilezza di Gigi del bar la Censa, all’inspirazione del festival di Piedicavallo e ad una delle organizzatrici, in Ottobre sono entrata in contatto con Marta e Renato di Ruers. Anche dopo esser stata loro ospite per mesi, definire Ruers non mi riesce facile! Penso sia perché come tutte le cose belle e vive è difficile ridurla ad una descrizione di poche righe.
Quindi vi racconto cosa è stata Ruers per me.
Intanto una realtà unica e coraggiosa, di accoglienza diffusa in un piccolo paese di montagna. Poi è Marta, e la sua disponibilità quando ho chiamato proponendo uno scambio -una sorta di residenza artistica- per occupare una delle loro case pagando un affitto calmierato, e offrendo in cambio eventi e musica alla comunità: la sua apertura e curiosità, infine l’accordo!
Sarei dovuta salire già a novembre, ma un’opportunità di lavoro a Roma mi ha convinta a ritardare la partenza a fine gennaio. Quando Ruers è finalmente diventato anche luogo fisico, una comunità calorosa di persone da incontrare, cui affezionarmi e con le quali parlare a lungo, di montagna, di comunità, dell’essere “furesta” … ed anche far musica, cucire, disegnare, e passeggiare nei boschi! Una comunità alla quale essere grata dal profondo del cuore, per avermi accolta nella mia ricerca dell’inverno.
L’inverno! Desideravo il letargo, la stasi, l’oscurità di stagione -quella che ha ruolo e luogo, che ha il suo senso nello scorrere del tempo. Portavo dentro di me un inverno da anni, e penso cercassi un altro inverno con cui potesse parlare, capirsi… insomma fare quelle cose che agli inverni piace fare insieme.
La valle mi ha ascoltata.
Nebbia, grandine, pioggia, e neve -tanta neve che un giorno di marzo ha spaccato anche i rami degli alberi sui fili della luce, e ci ha lasciati senza elettricità fino a tarda sera. È stato bellissimo riunirmi con amici intorno alla stufa a legna e alle candele, apprezzare e condividere il calore del fuoco, assorbire il ritmo di una stagione di cui sentivo il profondo bisogno. Secondo me l’inverno è un po’ come le isole: chi non li conosce se li immagina come remoti e solitari, ma sono in realtà magici luoghi d’incontro…
Ne approfitto allora per ringraziare tutti gli amici che hanno reso il mio inverno un tempo popolato da anime belle: da Monte a Piedicavallo giù per la valle sino a Biella, tra banchetti vegetariani, chiacchierate intorno alla stufa, tisane, lezioni di feltro e violoncello, guanti erbe aromatiche ghette marmellate e passeggiate, e bellissimi disegni, mi avete accolta nella vostra quotidianità con calore e bellezza e ve ne sono tanto grata! E soprattutto grazie a Marta e Renato, per aver accolto una proposta mai sentita e avermi fatta sentire a casa.
Gli altri mentori di questo tempo medicinale sono stati i Torrenti.
Li nomino come si fa con i propri maestri: Cervo, Ciobbia e Mologna hanno accolto lunghe passeggiate e contemplazioni del loro scorrere, a volte in compagnia di un libro o di un blocco degli appunti.. e a fine marzo anche qualche bagno! Questi momenti si sono condensati in brevi “lezioni di torrente”, che presto condividerò anche qui.
Le restituzioni per Ruers sono avvenute in tanti formati diversi: abbiamo organizzato un concerto nel piccolo bosco di faggi al limitare del paese, ho partecipato alla fagiolata di carnevale, sono stata in visita alla Scuola elementare della valle per incontrare i bimbi e presentar loro il violoncello; a Masserano ho suonato nel Palazzo dei principi durante una visita guidata, e per la riapertura di Ruers a inizio Aprile ho raccontato dell’esperienza di residenza nella sua interezza, con canzoni racconti e letture, che presto appariranno qui. Inoltre ho partecipato ai bellissimi sabati fai da te, intorno al grande tavolo di Ruers, avvolta sin da subito in una trama di storie e anime che mi hanno accolta come a casa.
Casa alla quale presto tornerò!
Una volta conclusi gli ultimi eventi a Roma (li troverete nella pagina coming soon) sarà il momento di risalire in valle per un’avventura personalissima! Ci siamo finalmente -registro la mia prima raccolta di canzoni. Se voleste contribuire anche voi a questo sogno di cui di certo mi avete sentito parlare, presto aprirò una raccolta di crowdfunding per sostenere le spese: potete iscrivervi alla newsletter dell’airone qui per rimanere aggiornati!
Spesso in questi giorni mi sono emozionata pensando a questo percorso di guarigione, che da un luogo di grande difficoltà mi ha ricondotta qui al mio centro, in tanti magici modi e grazie a tanti preziosi aiutanti. L’agosto scorso ero ospite di cari amici nelle belle campagne di Collana Verde, e mi ricordo di aver guardato le stelle cadenti e pregato di star meglio. Così è stato ed è stato un viaggio profondo e bello, anche perché fatto in buona compagnia.
A tutti voi che mi avete sostenuta, ascoltata, che mi siete stati accanto qui e a distanza, grazie di esserci. Dedico questa rinascita a voi, alla vostra presenza bella e generosa 🙂